Domenica scorsa Gesù ci ha detto che, se vogliamo essere suoi discepoli dobbiamo testimoniarlo davanti agli uomini, dobbiamo prepararci ad essere perseguitati. E uno potrebbe chiedersi: ma chi ce lo fa fare? La risposta è una sola: l’amore.
Guardiamo un po’ quanti sacrifici gli uomini sono capaci di fare quando amano qualcosa. La Chiesa ha abolito quasi tutti i digiuni, ma digiuni si fanno oggi per amore della linea! Sant’Agostino dice: Guardate i cacciatori: si svegliano di notte, quand’è ancora buio, e vanno correndo i pericoli più impensati, attraverso selve e burroni, cadono e si rialzano e continuano la caccia… E commenta: quello che si fa per amore di un cinghiale, non si farebbe per amore di Dio! E infatti, quando Dio ci chiede, non dico di morire martiri, ma di rinunciare a qualcosa per amore suo, di rinunciare a mezz’ora di sonno in più o di passeggiata per pregare, magari per andare a messa la Domenica, per aiutare un anziano o un povero… Eh, no! tutto troppo pesante, tutto troppo duro! Perché non abbiamo amore. Perché amiamo i nostri comodi più di quanto amiamo Dio. Questo significa che mettiamo i nostri comodi al posto di Dio, che i nostri comodi diventano il nostro dio, ma un dio falso e bugiardo, un idolo!
Nel Vangelo il Signore ci ha parlato molo chiaramente: se vogliamo essere discepoli degni di lui, lo dobbiamo mettere al primo posto, lo dobbiamo amare più di ogni cosa.
Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me.
Pensate! Non soltanto più dei divertimenti o più dei passatempi: lo dobbiamo amare più dei nostri stessi familiari. È giusto e santo amare i genitori, i figli, il marito, la moglie. Ma questo amore deve essere ordinato.
L’amore per le creature tende ad entrare in concorrenza – e quindi a generare gelosie: se ami di più una creatura, vuol dire che ami di meno un’altra; in questo modo si generano i conflitti, le liti, le separazioni. L’amore di Dio, invece, chiede tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze – e siccome Dio è amore, quando si ama Dio in questo modo si amano le creature come le ama Dio, senza spirito di possesso, di contesa, di rivalità… senza egoismo!
Proviamo a chiederci quale amore tiene il centro del nostro cuore: quello è il nostro Dio, o il nostro idolo. Se al centro c’è una creatura (fossero pure i genitori o i figli), vuol dire che siamo idolatri, non siamo degni di Cristo.
Al centro non ci può stare altri che Dio solo. E se sappiamo mettere lui al centro, potremmo amare anche gli altri in pienezza ed autenticità, con un amore che non snatura la persona amata, facendone un idolo, ma la accetta e valorizza per ciò che realmente è.
Ma forse, se ci guardiamo dentro con attenzione, possiamo scoprire che al centro del nostro cuore non c’è l’amore per un’altra persona, ma l’attaccamento alla nostra stessa vita.
Questo amore disordinato di sé, fino al disprezzo di Dio, fino all’odio del prossimo è una delle caratteristiche più evidenti della mentalità del mondo. Gli idoli più grandi sono proprio l’autorealizzazione, la ricerca del proprio comodo, del proprio tornaconto.
Se non siamo disposti ad andare incontro agli altri, se non sappiamo affrontare la fatica, il sacrificio, la monotonia, l’impegno… è perché cerchiamo noi stessi, non il Signore.
Chi avrà trovato la propria vita la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà.
Se abbiamo il coraggio di “perdere” la nostra vita con Gesù, se siamo disposti a prendere la nostra croce (cioè morire a noi stessi) e seguirlo, lì troveremo la vera vita, la vera felicità. Perché diventiamo parte di lui.
L’amore rende una cosa sola con l’amato. Per questo Gesù può dire a chi lo ama più di ogni cosa, a chi è disposto a perdere la sua vita per lui:
Chi accoglie voi accoglie me,
perché siamo diventati una cosa sola con lui; come lui è una cosa sola con il Padre, perciò dice:
Chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Diventiamo una cosa sola con Gesù, per questo diventiamo “sacramento” di Cristo, cioè segno e strumento della salvezza di Cristo nel mondo.
L’ha ripubblicato su SrIlariaScarcigliae ha commentato:
XIII Domenica T.O. Anno A 2020