Lo Spirito Santo è il primo dono di Dio, il dono che Cristo risorto porta ai suoi discepoli quando soffia su di loro e dice:
Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22).
Nell’inno Veni Creator Spiritus è chiamato – egli stesso – “dono del Dio altissimo”.
Nella Sequenza di Pentecoste, però lo Spirito Santo è chiamato “datore dei doni” e questo aspetto viene sottolineato da Paolo (1Cor 12,4-13), che mette in luce i diversi “carismi”, ossia i diversi doni di grazia che lo Spirito distribuisce ai fedeli per la costruzione della comunità cristiana.
Le parole di Gesù risorto ai discepoli potrebbero far tremare i cuori e cadere le braccia:
Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi
Come possiamo, Signore, compiere la tua missione? Dovremmo essere come te! Certo: essere cristiani significa essere Cristo, fare di Cristo il principio della propria vita, condurre la propria vita come Cristo!
Perché Cristo si formi in noi c’è bisogno che lo Spirito Santo ci copra con la sua ombra, come fece con Maria, per renderla feconda di Cristo. Pietro parla del “seme incorruttibile” per il quale noi nasciamo da Dio (1Pt 1,13-25; cf. 1Gv 3,9): questo seme è lo Spirito Santo. Egli compie in noi un segreto lavoro di incarnazione. Dio Padre, mediante il suo Spirito fa abitare il Cristo nei nostri cuori, cioè nel più profondo di noi stessi, laddove si forma l’orientamento della nostra vita.
La grande idea che deve guidarci nel comprendere questa verità è che solo Dio ci può condurre per farci raggiungere il suo regno. Soltanto Dio può far agire divinamente. Ma ad agire siamo noi. In che modo allora Dio può farci agire divinamente senza sostituirsi a noi stessi? Ecco i doni dello Spirito Santo! Essi sono delle disposizioni, delle attitudini che Dio crea in noi, delle disposizioni soprannaturali che ci consentono di accogliere e di assecondare con facilità gli impulsi dello Spirito Santo. Per cui sono sempre io che agisco, ma agisco in modo divino o sovra-umano, grazie al dono di Dio.
Il dono dello Spirito Santo si compie anzitutto nella fede. E questo sia nel senso che la fede è suscitata dallo Spirito, sia nel senso che chi entra nella fede riceve il dono dello Spirito.
Noi abbiamo già lo Spirito, siamo già figlii, ma siamo ancora nella carne, nel senso di una resistenza allo Spirito, e attendiamo la pienezza della qualità di figli, e ciò sulle orme di Cristo il quale è stato crocifisso, è morto secondo la carne, ma è stato risuscitato e glorificato secondo lo Spirito. Dobbiamo quindi impegnarci a “vivere sotto il regime dello Spirito” (Rm 7, 6): “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal 6, 25).
Cosa vuol dire? Semplicemente, che Dio ci dà le armi per risultare vincitori nella lotta, ma non ci esonera dal combattimento. Tutta la nostra vita sarà una lotta, in primo luogo dentro di noi, tra le nostre tendenze, tra i due spiriti che abitano in noi: quindi una lotta contro “la concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne e la superbia della vita” (1 Gv 2, 16). Ma sappiamo bene che la nostra lotta non è solo contro la carne e il sangue, ma contro gli spiriti del male che regnano tra cielo e terra, con lo spirito che agisce tra i figli della ribellione. Gesù, appena ricevuto il battesimo, fu condotto dallo Spirito nel deserto, per combattere contro il diavolo e sconfiggerlo; anche il cristiano, che ha ricevuto lo stesso Spirito, è chiamato alla stessa lotta e alla stessa vittoria. Lo Spirito Santo è “il dito di Dio” con cui Gesù scaccia i demoni (Mt 12, 28) ed è ciò che ci consente di vincere nelle tentazioni
Lo Spirito Santo è anche colui che opera la conversione dei peccatori. Lo Spirito Santo agisce dal di dentro, dove penetra come un’unzione. Non si ferma al livello del dispiacere di questa o quella colpa: va più in profondità e ci fa sentire l’attrattiva di Dio Santissimo, della vita nuova che Gesù Signore ci offre; e, di fronte a questo, ci dà una coscienza acuta della nostra miseria, della menzogna e dell’egoismo di cui la nostra vita è piena. Ci sentiamo giudicati e, nello stesso tempo, prevenuti dal perdono e dalla grazia.
Il Dono di Dio, lo Spirito Santo è già in noi. Ma è come la primizia, la caparra di qualcosa che dovrà compiersi in modo perfetto, nel cielo. Queste primizie sono un pegno della nostra eredità ed hanno l’effetto di consolidarci in una piena fiducia. Noi fin d’ora ne sentiamo l’anticipo e ne dobbiamo vivere le esigenze.
La ringrazio per i suoi articoli semplice, ma profondi. Le auguro una buona domenica
Grazie a lei! Buona Pentecoste!