La trasfigurazione di Gesù è uno sguardo su ciò che è invisibile agli occhi ma è più di ciò che gli occhi possono vedere; è uno sguardo oltre la faccia abusata delle cose, sulla realtà vera, sull’essenziale. Le cose sono quelle, ma si arriva al profondo di esse, cioè al Verbo di Dio.
San Paolo dice che “adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio” (1Cor 13,12): ecco, sul monte della trasfigurazione possiamo distoglierci per un attimo dallo specchio e contemplare la realtà.
Che, forse non è reale tutto il resto? Lo è, certamente. Ma è incomprensibile e confuso, come a chi guarda senza un fuoco. come a chi volesse capire un mosaico considerando le tessere separatamente.
La trasfigurazione è un mistero di luce, è un’epifania, una manifestazione che fa vedere il tutto in un unico sguardo. Tutta la Bibbia (Mosè ed Elia – la legge e i profeti), tutta la realtà (la materia e lo spirito – l’ombra e la luce), tutto Gesù Cristo (l’uomo e Dio – la croce e la risurrezione – l’umiliazione e la gloria): tutto appare in un unico quadro.
Se vuoi capire com’è fatta una valle, devi guardarla dalla cima del monte. Se vuoi capire il mondo, la storia e la vita, devi guardarla dal Tabor. È davvero bello per noi stare qui, come dice Pietro!
Ma a che cosa ti servirebbe aver capito la valle, se tu rimanessi sulla cima del monte? Bisogna ridiscendere!
Ogni giorno si deve salire sull’alto monte, se si vuole essere in grado di vivere nella valle: come fai ad affrontare il mondo, la storia, la vita, senza la luce di Cristo? Ed ogni giorno si deve discendere a valle perché si realizzi ciò che si è contemplato sul monte.
La sostanza delle cose è la creazione; la sostanza degli eventi è la provvidenza. Cristo è il senso di ogni cosa, anche di quelle che ci sconvolgono. Quindi tutto ha senso, anche ciò che non capiamo; quindi tutto è bene, anche ciò che ci ferisce e ci uccide, anche ciò che ci appare come male.
Male è la flagellazione, la corona di spine, la salita al Calvario, la crocifissione, la morte, la sepoltura… Ma tutto questo non è altro che il preludio della risurrezione.
Don Tonino Bello vide che in una chiesa della sua diocesi era stato posto un crocifisso che avrebbe poi dovuto essere spostato; accanto ad esso, il parroco aveva messo un cartello che diceva “Collocazione provvisoria”. Don Tonino raccomandò a quel parroco di lasciare il cartello sempre accanto al crocifisso, anche quando l’avesse spostato, perché la croce è sempre una “collocazione provvisoria”: la collocazione definitiva è la risurrezione!
Epidemie, guerre, terremoti, catastrofi ambientali… e poi, erosione dei valori, secolarizzazione, ateismo, corruzione… Tutto è grazia! Persino la disgrazia è grazia, per chi ha conosciuto Cristo. Se una volta hai visto la luce, puoi fidarti anche al buio.
Di fronte alla bellezza della verità raccontata in questa catechesi, posso affermare: “Mi illumino d’Immenso:. Grazie!