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La liturgia di oggi ci vuole aiutare a entrare meglio e più profondamente nel mistero del Natale. Così il Vangelo (Gv 1,1-18) torna a riflettere sulla persona di Gesù, ci rivela chi è. È il Verbo di Dio che si è fatto carne.
Cosa significa questo termine: “Verbo”? Significa molte cose: significa “Parola di Dio”, “Pensiero di Dio”, “Sapienza di Dio”.
Dio crea ogni cosa con la sua parola: Dio disse “sia la luce”, e per la parola di Dio tutte le cose sono state create.
Ma la parola di Dio esprime il suo pensiero e quindi la sua sapienza, il suo progetto giusto, saggio, perfetto, in forza del quale tutte le cose sono ordinate e belle: ecco, questo può darci un’idea di cosa significhi “il Verbo”.
Gli uomini antichi potevano avere un’idea del Verbo di Dio guardando le cose create. Pensiamo al movimento delle stelle, così perfetto. Pensiamo alla puntualità con cui sorge e tramonta il sole; con cui si avvicendano le fasi della luna… Ma non solo le cose grandi: anche le piccole e piccolissime ci mostrano questa perfezione di ordine e di bellezza: pensiamo a un cristallo di neve, o al prodigio della vita… Tutto questo ci mostra che Dio, che ha fatto queste cose, le ha fatte con infinita sapienza. E l’uomo che guardi queste cose con animo aperto alla verità non può che riconoscere la Sapienza di Dio, il Verbo di Dio, e rendergli lode. Di questo san Paolo dice: “Dio non ha mai cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi di cibo e riempiendo di gioia i vostri cuori” (At 14, 17).
Ma il libro del Siracide (24,1-12) mette in luce soprattutto questo concetto: la sapienza con cui Dio ha fatto tutte le cose, la parola che è uscita dalla bocca dell’Altissimo è stata mandata agli uomini. Notiamo però che si tratta ancora un testo dell’Antico Testamento, scritto prima della venuta di Cristo: gli uomini, qui, sono soltanto gli appartenenti a un popolo: il popolo di Israele, con la sua capitale Gerusalemme, Sion. A questo popolo Dio ha rivelato in modo speciale la sua Sapienza, perché ha parlato loro per mezzo di Mosè, e ha dato loro una legge che esprime e fa conoscere il pensiero di Dio. Quante volte, nelle Scritture troviamo queste espressioni: “Lampada ai miei passi è la tua parola, la tua legge Signore!”. Cosa significa? Significa che la legge di Dio, la parola di Dio, rivelandoci ciò che Dio pensa e ciò che Dio vuole, ci fa partecipi della sapienza di Dio, ci rende saggi a nostra volta, e così illumina il nostro cammino, ci fa compiere i passi giusti. Ma questo rapporto con la luce di Dio mediato dalla legge è ancora un rapporto a distanza. Certo, Dio fa conoscere agli uomini la sua parola, il suo pensiero, la sua sapienza, e facendo questo “illumina” gli uomini… Ma è ancora una luce di lampada, come una piccola fiammella che brilla in una immensa oscurità, e riesce ad illuminare solo pochi metri d’intorno.
Ed ecco che succede qualcosa di nuovo e sconvolgente, qualcosa che capovolge completamente il rapporto degli uomini con Dio. Il Verbo, il pensiero di Dio, il progetto sapiente per mezzo del quale Dio ha fatto tutte le cose, la parola che ha creato ogni cosa, il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Questo è il mistero di Cristo! Gesù Cristo, questo bambino che abbiamo visto nascere in una stalla, è la parola di Dio che è diventata uomo, è il pensiero di Dio, la sapienza con cui Dio ha creato tutte le cose, che è diventata creatura! Capite perché l’evangelista Giovanni grida di gioia dicendo: noi abbiamo visto la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Guardiamo con quali parole parla del Verbo:
- era in principio: cioè esisteva da sempre;
- era presso Dio: era la Sapienza, il pensiero, la parola di Dio;
- era Dio: della stessa sostanza del Padre, Dio come il Padre, un solo Dio con il Padre.
- tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste, e più sotto ancora: il mondo fu fatto per mezzo di lui: è la parola di Dio che ha creato l’universo ed ha creato noi stessi.
- In lui era la vita: Dio è la vita; noi abbiamo la vita, ma non siamo la vita – tant’è vero che moriamo. Dio solo è la vita, e per mezzo di lui tutti vivono.
- e la vita era la luce degli uomini, e più sotto: la luce vera, quella che illumina ogni uomo: non più solo una lampada, una fiammella che illumina a pochi metri, ma la luce vera. Non più una legge che ci fa conoscere qualcosa della sapienza di Dio, ma lo stesso pensiero di Dio, la stessa parola di Dio che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi: la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Allora comprendiamo perché, se vogliamo conoscere Dio, non dobbiamo perderci in mille vani ragionamenti, o andare “come a tentoni” a cercarlo chissà dove. Tu puoi prendere un’astronave e viaggiare fino ai confini dell’universo senza trovare Dio. E invece ti basterebbe scendere in una stalla, sotto una capanna, in una grotta, chinarti sul bambino Gesù e vedere la sua gloria: Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
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