La scorsa settimana abbiamo riflettuto sul primo dei comandamenti e sul secondo che è simile al primo: ama Dio con tutto te stesso, ama il prossimo come te stesso! Tra questi due comandamenti – dice Gesù – c’è un rapporto di somiglianza, di armonia, perché chi ama Dio, ama anche coloro che da Dio sono amati, dunque ama ordinatamente il prossimo ed anche se stesso.
Ma non ci sarebbe un comandamento se non ci fosse una tentazione: quella di amare se stessi sopra ogni cosa e strumentalizzare Dio e il prossimo ai propri interessi.
Il Vangelo ci presenta plasticamente questa tentazione nella figura di quegli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti (Mc 12, 38-39).
Uno potrebbe dire: ma che c’è di male nell’andare a passeggio con un vestito elegante? E non è forse giusto che uno scriba, ossia uno maestro esperto nella Parola di Dio, riceva saluti e segni di rispetto per la sua attività?
Ma il problema non sta qui. Il problema sta nell’amore. Che cosa amano questi scribi? Amano se stessi. Adornano se stessi con vesti lussuose, vogliono per se stessi i primi posti. Nel loro cuore non c’è posto per Dio; anzi: si servono di Dio per promuovere se stessi. Questo amore disordinato di sé li porta così al massimo dell’ipocrisia: Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere.
Se nel Vangelo troviamo questa severa ammonizione: Guardatevi dagli scribi!, significa che il pericolo degli scribi non c’era soltanto per la gente che duemila anni fa ascoltava Gesù nel tempio, ma anche per noi. Perché anche in noi, anche in quelli di noi che “pregano a lungo”, può nascondersi questo amore di sé sopra ogni cosa, che è ipocrisia e ci porta fino al peggior grado dell’ingiustizia. E perché, anche nei più modesti tra noi, può nascere una certa fascinazione per quei predicatori acclamati, per quei maestri ammirati nei mass media, onorati e osannati da tutti, dai quali però non si impara il Vangelo.
Ma perché il tutto non rimanga sul piano negativo, Gesù ci mostra anche un esempio positivo. Chi insegna veramente la via di Dio non sono gli scribi, ma una povera vedova, che dona tutto quello che ha, tutto quanto aveva per vivere. Come possiamo imparare da questa vedova? Non tiene conferenze, non predica, non cura un blog su internet (il Signore abbia pietà di me!). Questa povera donna insegna non con le parole ma con la sua vita, donando tutta la sua vita fino all’ultimo spicciolo.
Questa vedova è un’icona vivente di Cristo, che ama il Padre e ama noi fino ad offrire in sacrificio tutto se stesso (Eb 9, 24-28). Un sacrificio carico di sofferenza, ma gradito a Dio perché carico d’amore.
Sappiamo che la lezione degli scribi è più comoda: ci alletterebbe l’idea di imparare da loro per diventare come loro e ottenere anche noi i vestiti eleganti, i saluti nelle piazze i primi posti… E sappiamo che non è per niente facile seguire Gesù nell’offerta di sé, perché si tratta di morire in croce. Ma Gesù confida nel Padre che lo risusciterà, la vedova nel tempio dà tutto quel che ha perché si fida della provvidenza di Dio, come la vedova di Zarepta si fidò della parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Eliae non rimase delusa (1 Re 17-10-16). Ed anche noi, non rimaniamo delusi perché il Signore è fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati… sostiene l’orfano e la vedova(Sal 145).
Nell’Eucaristia noi celebriamo l’offerta che Gesù fa di tutto se stesso al Padre per noi. Nell’offertorio, doniamo anche noi la nostra vita a lui perché si realizzi pienamente questo scambio d’amore: che la nostra vita diventi sua e la sua vita diventi nostra.
L’ha ribloggato su SrIlariaScarcigliae ha commentato:
XXXII Domenica T.O. Anno B
La vedova mi fa pensare a quelli che lasciamo tutto per seguire Dio, che non sono solo i consacrati speciali, ma tutti coloro che arrivano a comprendere quella scintilla di verità che li porterà alla luce piena. La luce sta nella persona nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. Bisogna essere contenti di come si vive. Antonietta